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Riconoscere una buona Riabilitazione Neurocognitiva (parte I)

Ho deciso di realizzare questo decalogo per riconoscere se la riabilitazione che stiamo ricevendo si tratti realmente di Riabilitazione Neurocognitiva/Metodo Perfetti e se per giunta è di buon livello, perché spesso ascolto alcune frasi da chi mi contatta o dagli iscritti al gruppo ictus ed emiplegia di facebook o da Google+, che mi fanno riflettere e mi spingono a fare chiarezza su questo tema.

Spesso ho infatti sentito alcuni dire “Ma io la neurocognitiva la sto facendo, solo che non vedo risultati…” e chiedendo maggiori approfondimenti, usciva fuori che la riabilitazione che eseguivano non si trattava affatto di Riabilitazione Neurocognitiva, bensì si limitava allo stretching muscolare e alla rieducazione del cammino forzata.

Altri mi dicevano: ”si la mia terapista mi fa il Perfetti, ma ha detto che per me non è adatto perché non ho sensibilità

Questi sono solo alcuni esempi di indizi che ci portano a dover necessariamente approfondire il tema – riconoscere una buona Riabilitazione Neurocognitiva – vedremo in seguito alcune delle frasi più utilizzate che in realtà nascondono una conoscenza parziale della Riabilitazione Neurocognitiva.

L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire a pazienti con ictus ed i loro familiari, gli strumenti adeguati per riconoscere se il trattamento che stanno ricevendo si tratti proprio di Metodo Perfetti ed il relativo livello di qualità.

L’argomento in questione è abbastanza ampio per questo lo divideremo in 2 blocchi:

  1. Caratteristiche di base per riconoscere se si tratta di Riabilitazione Neurocognitiva secondo Perfetti
  2. caratteristiche più specifiche ed avanzate per riconoscere una buona riabilitazione neurocognitiva

1.Caratteristiche di base per riconoscere se si tratta di Riabilitazione Neurocognitiva /Metodo Perfetti

In questa prima parte analizzeremo gli aspetti più elementari che ci permetteranno di comprendere se il fisioterapista al quale abbiamo affidato il nostro recupero post ictus, si occupa realmente di Riabilitazione Neurocognitiva o Metodo Perfetti o se le sue conoscenze fanno solo riferimento a qualche reminiscenza parziale assorbita ai tempi dell’università.

Cosa DEVE contenere un esercizio di Riabilitazione Neurocognitiva
Cosa NON DEVE contenere un esercizio di Riabilitazione Neurocognitiva

Cosa DEVE contenere un esercizio di Riabilitazione Neurocognitiva

Di base gli esercizi che un terapista che si occupa di Riabilitazione Neurocognitiva devono avere queste caratteristiche:

  • Occhi chiusi
  • Ricorso alla percezione
  • Ricorso all’attenzione
  • Presenza di un problema

Occhi chiusi

Questa è la prima domanda che faccio ai miei pazienti per capire se in passato hanno seguito il Metodo Perfetti, gli chiedo se hanno mai fatto esercizi ad occhi chiusi.

Il paziente emiplegico non è un malato della vista ma ha difficoltà a costruire con il proprio corpo le informazioni necessarie per organizzare al meglio il movimento. Anzi in seguito ad un ictus il canale visivo assume un ruolo elettivo, intendo dire che va a sostituire molte difficoltà percettive del paziente emiplegico.

Avrete notato nel vostro caso o in quello di un vostro familiare come sia difficile se non impossibile a volte camminare senza guardarsi i piedi.

Questo fenomeno ha anche una spiegazione biologica infatti in alcune aree del cervello ci sono degli spazi fisici dove vengono condivise, elaborate ed integrate tra loro sia informazioni visive, sia informazioni relative al corpo, ebbene in seguito ad un ictus che ha reso le informazioni corporee difficilmente accessibili, le zone predisposte alla elaborazione delle informazioni visive iniziano ad occupare gli spazi lasciati man mano liberi dalle informazioni corporee, rendendo il canale visivo sempre più prepotente.

Si tratta di una vera e propria lotta al territorio. Far chiudere gli occhi al paziente durante gli esercizi gli permette di prestare maggiore attenzione alle informazioni corporee, fondamentali per la costruzione del movimento.

Ricorso alla percezione

La percezione o sensibilità è un aspetto fondamentale per organizzare il movimento ed è uno degli spetti che quasi nella totalità dei casi post ictus ha subito una alterazione e per questo deve essere oggetto del recupero. Uno degli aspetti di base che un esercizio di Riabilitazione Neurocognitiva deve possedere per essere considerato tale è il ricorso alla percezione.

Vi basti pensare che se siamo in grado di tenere in mano un oggetto, una penna ad esempio, e siamo in grado di manipolarla ed utilizzarla, è perché attraverso il nostro corpo siamo in grado di percepirne le caratteristiche, il peso la forma, che ci guidano nel movimento.

Stessa cosa avviene nei confronti del cammino, pensate all’importanza di poter percepire la pressione del nostro corpo che si sviluppa sul nostro piede quando portiamo il peso sulla gamba in carico o all’importanza di percepire la conformità ed inclinazione del suolo.

Non meno importante la capacità di poter percepire istante dopo istante l’effettiva posizione delle nostre gambe nello spazio durante il passo. Tutte queste abilità percettive vanno necessariamente affrontate durante gli esercizi di Riabilitazione Neurocognitiva e ne rappresentano un elemento chiave.

Tra l’altro la percezione è un fenomeno che non più essere studiato al di fuori di altri funzioni cognitive come l’attenzione e la memoria, infatti se siamo in grado di percepire in un certo modo è perchè la nostra attenzione viene diretta su certi aspetti dell’informazione.

Ricordatevi che se negli esercizi che eseguite con il vostro fisioterapista non vi è il ricorso alla percezione, possiamo dire in tutta serenità che non si tratta di Metodo Perfetti.

Ricorso all’attenzione

Poco fa quando parlavamo del ricorso alla percezione abbiamo iniziato ad intuire quanto il fenomeno della sensibilità, sia legato intimamente anche gli altri processi cognitivi come attenzione e memoria. L’attenzione pertanto gioca un ruolo fondamentale nei confronti del movimento.

Il compito del fisioterapista che si occupa di Riabilitazione Neurocognitiva è quello di saper attivare i processi cognitivi del paziente in modo funzionale al recupero, perché dopo un ictus sono i processi cognitivi che hanno subito una alterazione e la conseguenza visibile è la paralisi. Per questo ricorrere all’attenzione durante gli esercizi è un aspetto fondamentale che ci guida nel definire se quello che stiamo facendo è realmente Riabilitazione Neurocognitiva o meno.

Presenza di un problema

Ogni esercizio del Metodo Perfetti deve contenere un problema che il paziente emiplegico deve risolvere attraverso il suo corpo ed i suoi processi cognitivi.

Proporre un problema da dover risolvere implica l’utilizzo da parte del paziente di tutte le sue abilità cognitive per risolverlo.
La risoluzione di un problema è la strada maestra per attivare tutti i processi cognitivi dell’uomo, se ci pensate anche a scuola i nostri insegnanti ci proponevano dei problemi da risolvere perché rappresentano il miglior modo per imparare.

Chiaramente il problema utilizzato dal riabilitatore durante un esercizio sarà funzionale ad attivare in un determinato modo i processi cognitivi alterati del paziente.

Non si tratterà inoltre di un problema esclusivamente mentale bensì un problema da risolvere attraverso il corpo in movimento.

Vi faccio un esempio pratico, quando chiedo al mio paziente di riconoscere ad occhi chiusi quale dito della mano io gli stia muovendo, non sto facendo altro che proporgli un problema la cui risoluzione deve passare attraverso la sua attenzione, percezione, memoria e soprattutto il corpo.

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