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La cocaina: l’ictus è tra le possibili conseguenze

Estratta dalle foglie di Coca, arbusto delle Erythroxylacee che cresce soprattutto in Perù e Bolivia, la cocaina è stata la droga degli anni ’80 e ’90. Precedentemente si masticavano le foglie della pianta come energizzante o come coadiuvante di antichi farmaci; in seguito ne è stata estratta una sostanza sotto forma di polvere bianca che è presto entrata a far parte del panorama delle droghe eccitanti tra quelle che hanno i più gravi effetti collaterali.

La cocaina si trova sotto forma di cloridrato, polvere che si può aspirare attraverso le narici con l’aiuto di una cannuccia o sciogliere in acqua per essere iniettata in endovena, oppure si trova in forma di base libera che può essere fumata.

Oggi l’utilizzo della cocaina è sin troppo frequente, è la droga più utilizzata dopo la cannabis e in Italia le percentuali di coloro che hanno “sniffato” almeno una volta sono al di sopra della media Europea. Il 5,5% dei giovani tra i 15 e i 34 anni ha provato la coca almeno una volta, una percentuale cresciuta di 5 volte nell’ultimo ventennio, e tra i giovanissimi (al di sotto dei 24 anni) la media italiana è del 3,2% contro il 2,3% della media europea.

Quali sono le conseguenze dell’abuso di questa droga?

Oggi l’uso di cocaina viene considerato scioccamente da molti uno status symbol, nonostante da tempo non sia certo più ascrivibile tra le droghe dei ricchi, e il passaggio dall’uso all’abuso è sempre più frequente a qualsiasi età. Eppure le conseguenze di un’assunzione prolungata della sostanza, relativamente alle condizioni di salute, sono deleterie per l’apparato cardiocircolatorio, psicologico, e cerebrale.

Sono infatti frequenti infarti, arresti cardiaci, edemi polmonari o nel caso di iniezione endovenosa (oggi meno frequente) setticemie, infezioni, epatiti o Hiv.

E relativamente all’ictus?

Una delle conseguenze più gravi, con effetti spesso irreversibili e gravemente invalidanti, è l’ictus.

Secondo uno studio americano condotto nella University of Texas, Medical Center di Dallas, la correlazione tra abuso di cocaina e insorgenza di ictus è ormai accertata, anzi sembra che il rischio di contrarre la patologia anche in età giovane aumenti anche di 14 volte rispetto a coloro che non fanno uso di droghe.

Nel 25-60% dei casi di ictus in seguito ad abuso di cocaina avviene un vasospasmo a carico dell’arteria cerebrale media, ma è difficile stilare un quadro specifico dei casi in quanto spesso chi usa cocaina assume anche altre droghe che possono creare ulteriori problemi circolatori che si vanno a sovrapporre all’ictus stesso rendendolo ancora più grave.

L’ictus provocato può essere emorragicoischemico; il primo prevede la rottura di un vaso e il conseguente infarcimento, cioè l’allagamento dei tessuti col sangue versato il quale ristagna e crea problemi anche meccanici di funzionamento dell’organo; il secondo è invece causato dall’occlusione di un vaso sanguigno che impedisce il passaggio di sangue impedendo  troppo a lungo l’irrorazione di parte del cervello.

In ogni caso le conseguenze di un ictus sono gravi: paralisi, paresi o incapacità diverse in base alla zona del cervello colpita, dall’espressività del volto alla comunicazione verbale alla deglutizione, spesso si perde la memoria e si prova anche senso di intontimentoincapacità di comprensione.

In alcuni casi è possibile recuperare parte o tutte le invalidità acquisite con la malattia, ma è necessario un lungo periodo di cure e riabilitazione fisioterapica accompagnate, è scontato dirlo, a un programma di disintossicazione dalla droga.

Disintossicarsi dalla cocaina è possibile?

L’uso della droga causa delle dipendenze psicologiche anche molto importanti. La mancanza della sostanza da cui si è dipendenti provoca ansia, depressione, psicosi, insonnia e squilibri comportamentali e gestire tutte queste emozioni è estremamente difficile, per questo la disintossicazione è un processo lungo e molto impegnativo, possibile solo se ci si affida a centri specializzati e se si ha accanto una famiglia in grado di appoggiare e sostenere il tossicodipendente anche nei momenti più ostici, pensando ogni momento che le difficoltà vissute durante la disintossicazione sono fondamentali per evitare a se stessi o al proprio familiare conseguenze potenzialmente letali come l’infarto o l’ictus.

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