Ischemia Cerebrale
L’ischemia cerebrale è data dall’interruzione del normale afflusso di sangue al cervello. È causata, con diversi meccanismi, soprattutto da patologie cardiovascolari proprie dell’età avanzata e di uno stile di vita non corretto. L’evento cruciale è l’ostruzione di un’arteria cerebrale, che può essere di tipo trombotico o embolico. Il trombo si forma direttamente nel vaso interessato, mentre l’embolo parte da un distretto anche molto distante del corpo. Il tessuto cerebrale è il più sensibile di tutto l’organismo alla carenza di ossigeno e nutrimento, e può sopravvivere solo alcune decine di minuti se l’ostruzione non si risolve. Talvolta l’attacco ischemico è transitorio e i sintomi scompaiono spontaneamente, ma questo può essere il preavviso di un attacco più grave e non privo di conseguenze, per cui il fatto va sempre segnalato al medico.
Ictus ischemico
Se l’ostruzione non si risolve in tempi brevi, spontaneamente o grazie ad una terapia tempestiva, il tessuto cerebrale non più irrorato muore e non è più in grado di svolgere le proprie funzioni. Si tratta dell’ictus ischemico, che rappresenta la forma più frequente di ictus. A seconda della zona di cervello interessata, si potranno avere sintomi diversi, che hanno comunque la caratteristica di comparire improvvisamente.
Esiti dell’ictus
Le funzioni maggiormente interessate sono quelle motorie e del linguaggio, oltre alle funzioni cognitive. Essendo di solito interessato un solo emisfero, il problema motorio interessa un solo lato del corpo, che non è quello corrispondente, ma quello opposto. Si può avere emiplegia, che è la paralisi completa, o emiparesi, cioè la paralisi parziale. Quando è colpito l’emisfero sinistro il problema motorio a destra è associato ad afasia, mentre l’ischemia dell’emisfero destro, oltre che con la paralisi a sinistra, si manifesta con un disorientamento spazio-temporale. Possono essere associate turbe neurologiche e psicologiche.
Riabilitazione
In seguito al danno ischemico il tessuto cerebrale non rimane passivo, ma è stato dimostrato da recenti studi che le aree corticali possono riorganizzarsi in maniera plastica, andando a svolgere funzioni proprie delle aree danneggiate. La stimolazione delle varie funzioni favorisce questo processo, permettendo di raggiungere risultati migliori. In questo la fisioterapia rappresenta il mezzo più efficace a disposizione. Essendo la lesione centrale, la riabilitazione deve concentrarsi sul recupero delle funzioni cognitive che permettono il movimento, più che sull’esercizio muscolare. Si tratta della cosiddetta riabilitazione neurocognitiva. Si è visto che anche la sola immaginazione del movimento induce, anche nei pazienti più gravi, un’attivazione delle aree corticali deputate agli schemi motori.
Autore: Valerio Sarmati