Ictus – Quali sono i sintomi
La malattia del secolo
L’ictus è un attacco cerebrovascolare causato dall’interruzione improvvisa, da parte di alcune zone del cervello, dello svolgimento delle loro funzioni.
Accade, in seguito all’assenza in circolazione di ossigeno o glucosio, quindi di un’ischemia, ma è causato anche da trombosi, embolie o emorragie.
Se prima l’ictus si verificava soprattutto in età avanzata, oggi l’età dei pazienti si è molto abbassata tanto da raggiungere soprattutto i 50enni, compresi alcuni casi fra i giovanissimi e i bambini.
Conoscere quali sono i sintomi dell’ictus può salvare una vita
Essendo provocato da un’assenza di ossigeno nel cervello l’ictus presenta dei sintomi peculiari che possono portare al suo tempestivo riconoscimento.
Secondo la scala valutativa proposta dal Cincinnati Prehospital si devono vagliare 3 sintomi: la debolezza della mimica facciale, il movimento degli arti superiori incontrollato, ed infine la difficoltà ad articolare le parole.
Già in presenza di questi tre fattori si può parlare con assoluta certezza di un ictus, ma vi sono altri sintomi che potrebbero mascherare un ictus, essendo comuni anche ad altre patologie.
A seconda della zona del cervello interessata si potrà anche avere un abbassamento della palpebra o comunque una debolezza dei muscoli oculari, o una sensazione di perdita della vista da un occhio; l’afasia e l’aprassia, un deficit di memoria e un forte stato confusionale.
Il momento culminante dell’ictus è di solito anticipato da una fitta alla testa, che può durare da pochi secondi a qualche minuto.
Il pronto intervento è la migliore arma per difendersi da un ictus
Nel momento in cui ci si trova dinanzi a uno o più sintomi che fanno presagire ad un ictus, si deve condurre il paziente al pronto soccorso.
Seppur infatti i decessi da ictus sono tanti, oggi i pazienti che raggiungono per tempo l’ospedale sopravvivono.
E’ importante portare entro 60 minuti il paziente in ospedale: entro questo tempo riceverà le cure farmacologiche idonee avrà buone possibilità di recupero.
Se comunque si condurrà il paziente entro le 3 ore dall’evento, le sue probabilità di vita saranno molto alte, anche se si limiteranno i danni al 30%.
Se in passato l’ictus colpendo il centro nevralgico del corpo umano non dava possibilità di scampo, oggi si sopravvive in tutta normalità, la lotta non è contro l’ictus in sé ma contro il tempo.
Autore: Valerio Sarmati