Esiti di un trauma cranico
Trauma cranico: entità e conseguenze
Il trauma cranico è una conseguenza di un forte urto o di un qualsiasi evento violento a carico del cranio. Il danno principale si verifica a livello delle ossa craniche, deputate alla protezione del nostro cervello da manifestazioni esterne potenzialmente dannose. Spesso la frattura delle ossa della scatola cranica comporta un danneggiamento del tessuto cerebrale, la cui entità varia a seconda dell’intensità dell’atto violento subito. Le principali cause di insorgenza di trauma cranico sono molteplici: in primis, gli incidenti stradali e, in secondo luogo ma non meno importanti, le cadute accidentali e gli incidenti domestici.
Gli esiti di un trauma cranico possono essere molteplici, a seconda della gravità dell’incidente subito.
Traumi cranici lievi sono caratterizzati da breve e momentanea perdita di coscienza (anche se a volte questa perdita non si verifica), in cui il danno si manifesta nei giorni successivi all’evento traumatico. Il paziente può mostrare mal di testa, nausea, vertigine, astenia ma anche disturbi cognitivi e alterazioni dell’umore. Nella grande maggioranza dei casi, questi sintomi si attenuano nel giro di qualche giorno, con recupero completo entro poche settimane.
Traumi cranici più gravi sono sempre accompagnati da perdita di coscienza più prolungata e, in questi soggetti, i sintomi scompaiono in tempi più lunghi, anche mesi, in cui si manifestano stati ansiosi e depressivi.
Infine, i traumi molto gravi producono lesioni neurologiche severe, con danni permanenti, come deficit di linguaggio, del movimento e alterazioni comportamentali, che richiedono continua assistenza da parte di famigliari e staff sanitario.
Esiti e trattamenti del trauma cranico
Il recupero totale del paziente traumatizzato è possibile, se il danno non è irreversibile, grazie ai moderni trattamenti riabilitativi che accompagnano il soggetto durante la degenza e dopo il ritorno a casa. Fondamentale è, ovviamente, la presenza di personale medico ed infermieristico, in grado di seguire il paziente, organizzando strategie rieducative mirate sulla base della tipologia di danno subito. Importante è, inoltre, l’assistenza di fisioterapisti, specializzati nel recupero delle attività motorie e cognitive del paziente e di logopedisti, i quali intervengono in caso di danni ad aree cerebrali coinvolte nell’articolazione del linguaggio e dei suoni.
Se nel caso dell’ictus cerebrale, la lesione con tutta probabilità colpirà un emisfero cerebrale, nel trauma cranico la sede di lesione è più complessa, infatti il trauma determina uno sballottamento del cervello all’interno della scatola cranica offrendo sintomi molto variegati. Potrebbe presentarsi una emiplegia destra e disturbi del linguaggio, o una emiplegia sinistra, o addirittura entrambe, o sintomi da lesioni cerebellari e dei lobi frontali. In ogni caso comunque il deficit motorio, cognitivo e percettivo è il risultato della lesione cerebrale e come tale va affrontato attraverso una riabilitazione che consideri nei propri esercizi, la riattivazione e la riorganizzazioni delle funzioni cerebrali che determinano il movimento.
Autore: Valerio Sarmati