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La prosopagnosia

Strano disturbo che può mettere in difficoltà

Se incontrando una persona conosciuta, questa non saluta o risponde brevemente con un lieve e stentato cenno del viso o della mano, non sempre è giusto offendersi e reputarla scortese.

Può capitare infatti che la persona in questione soffra di prosopagnosia: l’incapacità di riconoscere le persone note guardando il loro volto.

La prosopagnosia è un problema psicologico o fisico?

Viene definito un problema del sistema nervoso centrale acquisito o congenito e ne soffre circa il 2% delle persone.

Questa malattia ha permesso agli studiosi di osservare la presenza di alcune aree del cervello specializzate proprio per il riconoscimento dei volti umani e queste aree, localizzate nella zona inferiore di entrambi i lobi occipitali, possono andare incontro a lesioni di vario tipo. Ictus, traumi o danni cerebrali di vario genere possono indurre il problema a qualsiasi età, mentre per cause genetiche possono riscontrarsi degli scollegamenti tra i circuiti neurali predisposti al riconoscimento dei visi e in questo caso il problema sussiste sin dalla nascita.

Sembra inoltre che siano di due tipi i sistemi cerebrali atti al riconoscimento dei volti: uno implicito e l’altro esplicito; nel primo sistema il soggetto riconosce la fisionomia del volto conosciuto, nel secondo lo associa al contesto esatto. Se uno dei sue sistemi viene lesionato è possibile che il soggetto non riconosca neppure un familiare, oppure lo riconosca, ma non riesca ad associarlo al proprio ambito di vita, scambiandolo così per un sosia (in questo caso si parla di Sindrome di Capgras).

Questo problema può causare non pochi disagi con le persone, anche quando si presenta con un’entità non eccessivamente grave. Trascorrere una piacevole serata in compagnia di qualcuno che poi viene trattato il giorno dopo come se si vedesse per la prima volta, può senza dubbio risultare molto imbarazzante, anche per la difficoltà di spiegare il proprio problema, che, ancora poco conosciuto, può sembrare una scusa bella e buona per mascherare un comportamento superficiale e sgarbato.

Come reagire alla prosopagnosia?

Quando il problema insorge in età adulta l’approccio può essere particolarmente difficoltoso, ma nella maggiorparte dei casi la causa è genetica e chi ne soffre impara a riconoscere le persone dai capelli, dal modo di vestire o dalla voce. Certo, una persona che ama cambiare frequentemente look non verrà mai riconosciuta, specialmente considerando che per molti soggetti, anche guardare un film in cui il protagonista non è sempre vestito alla stessa maniera può essere difficile e può indurre a desistere e a privarsi così di momenti anche piacevoli, come capitava a Linus Torvalds, “inventore” del sistema operativo Linux, che nel suo libro racconta di come gli fosse impossibile riconoscere un personaggio che a metà film si era cambiato la giacca.

Sembra che anche Brad Pitt ultimamente abbia confessato in un’intervista di soffrire di questo problema, ammettendo di aver fatto parecchie brutte figure nel corso della propria vita e  l’argomento viene ripreso anche in una serie televisiva, Perception, in cui un uomo non riconosce la donna che aveva richiesto in moglie e in un libro, “Le ultime 5 ore” di Douglas Coupland, in cui una delle protagoniste soffre di prosopagnosia e di autismo.

Quali sono i livelli di gravità?

L’entità del problema può variare molto tra i vari soggetti che ne soffrono; c’è chi non riesce a riconoscere neppure se stesso allo specchioun familiare o un amico stretto, mentre altri hanno difficoltà nel contestualizzare soltanto le persone che hanno visto poche volte, ma col passare del tempo, coloro che frequentano maggiormente vengono riconosciute tranquillamente (a meno che non si presentino con un look particolarmente diverso da quello abituale!).

Se il problema è di origine traumatica in alcuni casi è possibile recuperare le lesioni, ma se è di origine genetica l’unica cosa da fare è cercare di trovare individualmente dei metodi alternativi che aiutino a ricondurre al giusto contesto familiare, di amicizie o di conoscenze di cui sicuramente fanno parte gli “sconosciuti” che salutano.

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